Cari imprenditori della filiera legno-arredo,
cari amministratori locali,
cari amici del nostro territorio,

questo periodo in cui il tempo del fare, della produzione e delle relazioni pubbliche si è come bloccato, ha lasciato emergere ferite ben precedenti all’emergenza Covid-19 e ci ha fatto capire quale valore inestimabile possa avere un territorio unito, forte, ricco di risorse e di credibilità.

Non basta chiedere agli altri, alla politica di essere rappresentati. È giusto farlo, ma non è sufficiente.

Perché sia possibile fornire una rappresentazione forte del comparto dobbiamo costruire dall’interno un settore forte e compatto, un Distretto di nome e di fatto. Lo dobbiamo fare ancora di più perché la riconoscibilità nazionale ed internazionale dei nostri comuni è legata in modo netto alla fama dei nostri arredi e alle imprese: Distretto del Mobile e territorio sono una cosa sola!

In passato è stato fatto tutto il contrario: il comparto dell’arredo si è sgretolato in una serie di iniziative personalistiche, private, comunali, rionali, egoistiche, che ci hanno visto additare il nostro vicino come il peggiore dei competitors. Da qui la perdita di importanza del Distretto del Mobile, cresciuta quanto più noi stessi producevamo l’idea di un territorio dal passato glorioso ma senza futuro, senza ricambio generazionale.

Oggi, in piena emergenza Covid-19, da molte parti si alzano plausi alle azioni del Distretto e a quelle della Regione che hanno imposto a livello nazionale il dibattito su un comparto che, è bene ricordarlo, conta 1200 aziende attive, 6750 addetti impiegati, 1079 milioni complessivi di fatturato, export verso più di 50 paesi nel mondo.

Lignum ha tra le sue ragioni d’esistere questo obiettivo fin dalla sua nascita: aiuta le aziende a migliorare i loro numeri, offre attività di formazione, ma è soprattutto un modo per affermare e rilanciare il territorio, per creare una identità territoriale radicata e ricca.

Per questo non siamo un vero Consorzio nei fatti (se non a livello giuridico) e non imponiamo i rischi economici che molti vedono in una compagine consortile: Lignum si fonda su una totale trasparenza economico-finanziaria e su un codice etico, che abbiamo già applicato espellendo chi non lo rispetta.

Non garantiamo solamente gli interessi di singole aziende, ci muoviamo a favore di un territorio intero, rappresentando, indipendentemente dalla loro attività o passività, le 1200 aziende di Verona, Padova e Rovigo. Lo facciamo senza schieramenti politici, ma collaborando con tutte le amministrazioni elette e le figure che possano spendersi a favore del settore.

È vero, molti imprenditori non troveranno in noi la magica soluzione dei loro problemi finanziari, né una impennata immediata dei fatturati. È vero che ciascuno di noi è più attirato da ciò che ha una natura immediatamente commerciale. Abbiamo sempre poco tempo e ci sembra di non poterne dedicare per il rilancio del territorio. Il passato ci insegna, però, che con le visioni a breve termine rischiamo l’estinzione.

Vi chiediamo, allora, cosa volete fare per il nostro comparto, per il nostro territorio?

Credeteci, non sono le quote a muoverci, ma la voglia di esprimere al meglio il territorio in un momento in cui serve compattezza e non divisione. Dobbiamo interrompere l’idea di un territorio debole, vecchio e diviso. E per farlo ci servono gli imprenditori migliori. Scegliere se accettare la sfida Lignum, quella di un cambio di mentalità, quella della trasparenza e della collaborazione è una questione etica, che ci dirà che futuro abbiamo. Perché è vero che noi lavoriamo anche per chi resta in disparte a guardare, e che il beneficio di questo rilancio del territorio verrà goduto anche da chi non parteciperà al suo faticoso percorso ma, a fare la differenza, saranno la quantità e la qualità delle persone e degli imprenditori coinvolti.

Dall’esterno, nel rispetto dell’autonomia politica del Distretto, vale lo stesso per gli amministratori locali, alcuni già molti attivi: aiutando Lignum non aiutate un gruppo privato ma il territorio intero, la sua immagine e la sua apertura sul mondo, sui mercati europei, russi, americani, arabi, asiatici.
Aiutate il Made in Verona, Padova e Rovigo.

Nel mentre stiamo costruendo un tavolo di lavoro regionale per intervenire a favore delle aziende del legno-arredo, e garantendo corsi gratuiti di formazione per preparare le aziende al lavoro a distanza e digitale, spingiamo per un polo scolastico.

Smettiamola con i sospetti, l’atteggiamento di chi critica senza partecipare. Nessuno è troppo piccolo o troppo grande e tutti possiamo dare un contributo di idee e presenza. Perché ci sia azienda grande serve la piccola e viceversa: è questa filiera che crea Distretto, che crea valore. Nel caso non vediate una utilità immediata né abbiate tempo, sia pur pochissimo, da dedicare, sappiate che tra qualche anno rischiamo che non ci sia più un comparto a cui poter dedicare attenzione, con ricadute negative per ciascuno di noi.

Vi chiediamo di provare a pensare ad un territorio ricco di futuro, di cui essere orgogliosi, di abbandonare ogni posizione d’attesa e di aiutarci concretamente. Nessun rischio, nessun vincolo, ma per tutte le aziende, grandi o piccole, la possibilità di partecipare a loro modo, con minore o maggior coinvolgimento in un obiettivo che non possiamo più rimandare, il rilancio del mobile a Verona, Padova e Rovigo.

Contattateci scrivendo a segreteria@lignumverona.it

Paolo Piubelli – Presidente
Alessandro Tosato – Vicepresidente
Nicolò Fazioni – Direttore
Gianfranco Guarise – Consigliere
Marco Negri – Consigliere
Giacomo Lanfredini – Delegato